Cucina Ebraica

Prima di addentrarci nella cucina ebraica vi diamo alcune brevi informazioni sulla Kasherut, la normativa che regola la nostra alimentazione, in cui vi sono:
distinzione tra animali permessi e proibiti;
macellazione rituale degli animali permessi;
divieto di consumare il sangue;
divieto di consumare alcune parti di grasso;
divieto di mangiare il nervo sciatico;
divieto di mangiare parti tratte da animali vivi;
divieto di mangiare un animale permesso e macellato ritualmente qualora presenti malattie o difetti fisici;
divieto di mescolare carne e latticini nello stesso pasto.

Ora abbiamo i giusti ingredienti per entrare e capire meglio il mondo gastronomico giudaico-romanesco, che come indicano le due parole è una mescolanza fra l’arte culinaria ebraica e quella romana. Andando nello specifico è difficile stabilire con esattezza il reale apporto di una e dell’altra, perché la presenza degli ebrei a Roma è datata molto prima della deportazione di Tito avvenuta nel 70, motivo per il quale alcuni aspetti culturali hanno le stesse tipicità.
La cucina è l’esempio più lampante di questo intrigante intreccio, che ancora oggi affascina molti esperti del settore. A intrigare di più è la preparazione di alcuni piatti che è stata tramandata di generazione in generazione, arrivando a noi come vuole la tradizione.
Per questo ancora oggi nella cucina ebraica moltissime ricette sono esattamente le stesse dei secoli passati. Ed ecco allora che piatti come gli aliciotti con l’indivia, lo stracotto e le animelle con i carciofi, hanno il medesimo sapore di quelli che mangiavano i nostri antenati. Il centro di questo fedele passaggio culinario è stato ed è tutt’oggi il ghetto ebraico di Roma, in cui le ricette ebraiche vengono trasmesse e preparate così come si faceva un tempo.